sabato 30 aprile 2011

Sulla materassina.

MILANIMAL cresce a vista d'occhio e da un gruppo sparuto di impavidi milanesi è diventata in pochi anni una famiglia caleidoscopica di buoni lottatori e persone per bene.
La materassina è lo spazio che tutti condividono durante le lezioni e gli allenamenti quotidiani.
Non basta l'educazione per convivere nel dojo.
Servono anche il rispetto vero per la gerarchia e lo spirito di abnegazione.
Solo in questo modo il tatami diventa la casa di tutti.
SULLA MATERASSINA - Regole di Condotta per lo Studente durante la Pratica

mercoledì 13 aprile 2011

Campioni di niente.

Gracie Magazine - Agosto, 1999
Mi chiamo Rodrigo Leite Medeiros ma tutti mi chiamano "Comprido". Sono nato a Rio de Janeiro l'11 gennaio del 1977. Ho iniziato a fare jiu-jitsu nel 1992. Ero poco più di un ragazzo. Non ho mai smesso o fatto un solo passo indietro. In pochi anni mi sono guadagnato la cintura nera e lo scorso anno, alla prima occasione, ho scelto di continuare a battermi coi migliori al Mundial. Ho perso con Paulao alla seconda lotta. Dieci minuti sotto. In mezza guardia. Senza poter fare nulla. Sono uscito di lì che se avessi potuto avrei ucciso un leone a mani nude. Ho fatto di tutto per lottare di nuovo all'assoluto e, alla fine, per l'Alliance, siamo stati scelti io e Cláudio Moreno. Ho lottato con Renato Ferro, che già mi aveva battuto una volta in passato, e subito dopo mi sono scontrato con Zé Mario. In finale mi sono ritrovato davanti Roleta della Gracie Barra. Abbiamo chiamato la guardia insieme, mi sono subito rialzato e sono passato in vantaggio. In pochi secondi ho realizzato che avrei potuto buttarmi su quel piede e finirlo con un'americana. L'ho fatto e sono andato a prendermi la medaglia che avevo sognato per tutti questi anni.
Oggi, sabato 29 luglio del 2000, sto per salire ancora una volta sullo stesso tatami. Ogni volta sembra sempre più difficile. Sono nell'area di riscaldamento. Manca poco alla battaglia. Nino Schembri, uno dei lottatori più forti che abbia mai visto calcare la materassina del Tijuca Tênis Clube, è il mio prossimo ostacolo.
All'improvviso lo stadio intero si ammutolisce e, nonostante la tensione, allungo il collo e cerco di guardare meglio. Sullo stesso quadrato dove di lì a poco dovrò lottare c'è un ragazzo steso a terra, circondato dai paramedici che cercano in tutti i modi di rianimarlo. Da lontano mi sembra Erik Wanderlei, una cintura marrone di Belo Horizonte, con cui avevo fatto amicizia in tutti questi anni di jiu-jitsu. Mi avvicino preoccupato. E' uno sconosciuto. fermo. Immobile. Steso a terra senza vita. Faccio di tutto per aprire un varco verso l'uscita. Le telecamere di SporTV sono accese e puntano dritte verso la faccia bianca come quella di un fantasma del ragazzo svenuto. Ne prendo a calci una e, alla fine, riesco a farlo caricare sull'ambulanza. Rientro nello stadio. Stanco. Sudato. Sfinito. E sento solo gracchiare l'altoparlante: "Ringue 1, Antonio Schembri e Rodrigo Medeiros!".
Pochi minuti dopo l'incidente - Rio de Janeiro, 29 luglio 2000
Ho conosciuto Comprido nel mio secondo viaggio in Brasile nel 2002. Un lottatore formidabile. Come direbbe lui stesso "non un fenomeno, ma uno che ha battuto lottatori fenomenali". In quell'anno, nel 2000, si è guadagnato, battendo in finale Margarida, la sua seconda medaglia d'oro al Mundial nella categoria Assoluto. Era solo al suo secondo anno nelle cinture nere.
Il ragazzo che ha provato a soccorrere sul tatami si chiamava Jean Mendonça de Mesquita. E' morto in mezzo a più di 5000 persone come un cane. Steso a terra da un infarto dovuto all'abuso di sostanze dopanti. I genitori fecero quasi quattro giorni di pullman da Fortaleza fino a Rio de Janeiro per venirselo a riprendere morto.
In quell'ultimo fine settimana di luglio del 2000 al 451 di Rua Conde de Bonfim si sono dati appuntamento i migliori di tutti i tempi: Nino, Margarida, Shaolin, Leozinho, Leo Santos, Feitosa, Tererê, Zé Mario Esfiha, Café, Cachorrinho, Leo Leite, Gurgel, Arona, BJ Penn, Soca, Frédson Alves, Édson Diniz, Omar Salum, Robson Moura, Roleta, Parrumpinha e tantissimi altri.
Alcuni di loro hanno vinto, altri no. Resta il fatto che quello che ho scritto sopra, parlando con la voce di Comprido, è successo per davvero. Nino e Comprido hanno lottato come due tigri in un buco quel giorno (VIDEO - Comprido vs Nino Schembri @ Mundial 2000) e Jean è morto sul serio (Veja 9/8/2000 - Ed. 1661). Non per caso e nemmeno per finta. Davvero. Il settimanale brasiliano Veja chiude l'articolo sulla morte del giovane così:
Tudo indica que Jean Mendonça de Mesquita tenha caído na tentação de vitaminar seu corpo com remédios veterinários. De acordo com a investigação policial em andamento, atletas inscritos no campeonato mundial relataram que ele injetou Potenay minutos antes da luta fatídica. O laudo médico preliminar confirma que "informações colhidas no local davam conta de que ele teria usado a substância". Um fator que pode ter contribuído para o desfecho trágico foi a predisposição da vítima a doenças cardíacas. O pai de Jean implantou cinco pontes de safena no ano passado. O lutador cursava o último ano de administração de empresas, era casado com Camila, de 20 anos, e tinha um filho, Gabriel, de apenas 11 meses. Pensava em parar de competir e abrir uma academia em Fortaleza, onde morava. O sucesso no campeonato em que morreu era parte fundamental de seu plano, já que seria promovido a faixa preta, graduação mais alta do jiu-jítsu. Nos quinze dias antes da luta fatal, obedecia a uma rigorosa rotina de oito horas diárias de treinamento. "Ele estava muito forte", afirma o treinador Giancarlo Vidal. Os resultados definitivos dos exames realizados no corpo de Jean, que serão concluídos nos próximos trinta dias, devem confirmar se a potência muscular foi obtida à custa de doses para cavalo."
Comprido, in questi ultimi giorni, ha condannato il fenomeno del doping nel jiu-jitsu con una bellissima lettera (Testo - Tatame 8/4/2011) che credo tutti gli appassionati veri abbiano letto con piacere. Credo sia inutile aggiungerla in coda a quest'articolo ma invito comunque chi ancora non l'ha fatto a leggerla con attenzione.
Il mio parere personale a riguardo è molto semplice. Io ho scelto di vivere una vita sana, di riposare quanto basta, di mangiare bene e lasciar perdere le schifezze, di allenarmi, come alle volte è stato, fino allo sfinimento, ma soprattutto di essere una persona per bene, un uomo onesto. Non mi interessa molto delle scelte degli altri. Credo che i conti, alla fine, non si facciano sulla materassina davanti a un pubblico in delirio che applaude la tua vittoria ma a casa. Allo specchio o davanti alle persone che ami. Tua moglie. I tuoi figli. I tuoi amici. La tua famiglia. A te stesso come a loro non puoi mentire. Non puoi guardarti negli occhi e dire finalmente: "Ce l'ho fatta!", quando sai che, contando solo sulle tue forze, non saresti arrivato da nessuna parte.
P.S.: il titolo l'ho preso in prestito da un bellissimo libro di Marco Gregoretti, "Campioni di niente. Miti in provetta." Da leggere assolutamente!

domenica 3 aprile 2011

GracieMag 2010 Awards

Anche quest'anno GracieMag, il mensile dell'onnipresente Carlos Gracie Jr, - ormai a capo del franchising più vasto della storia del jiu-jitsu moderno, Gracie Barra, presidente dell'inossidale monopolio dell'IBJJF e editore, appunto, della rivista di settore più venduta al mondo - ha consegnato gli oscar del jiu-jitsu. Miglior incontro dell'anno, miglior MMA fighter, etc etc sono solo alcune delle categorie. Qui di seguito lascio per intero i risultati del sondaggio, qualche commento e dei link sicuramente utili ai più curiosi.
Best 2010 Jiu-Jitsu Competitor: Roger Gracie
Basta spulciare la pagina di Roger su Wikipedia per capire che si è al cospetto di un record unico. E' andato a segno tre volte sulle ultime otto finali mondiali dell'assoluto. Un primato inavvicinabile. Il più titolato dei gladiatori della famiglia Gracie è ormai di stanza da anni in Inghilterra con i compagni d'allenamento Lagarto e Braulio. RogerGracie.com è la sua pagina ufficiale in rete e questo, secondo me, è il suo miglior highlight: Roger Gracie HL, tratto dal bellissimo canale dedicato al jiu-jitsu di Max De Michelis!!
Best MMA Fighter: José Aldo
Nato a Manaus poco più di una ventina di anni fa, il caboclo José Aldo si trasferisce a Rio per dedicarsi a tempo pieno al jiu-jitsu dopo essere passato per i campetti di periferia della capitale amazonense giocando a calcio e per le strade della sua città facendo capoeira. Oggi secondo Sherdog uno dei migliori pound-for-pound. Nel 2004 batte per ben due volte la leggenda del jiu-jitsu, Rubens "Cobrinha", e a Salvador vince la medaglia d'oro alla Coppa del Mondo contro Daniel Pires (VIDEO). Della rivista FIGHT! la migliore intervista al campione brasiliano (VIDEO).
Female Standout: Gabrielle Garcia
1,87cm per 107kg non sono di certo misure da passerella!! La campionessa gaucha, allieva del grande Fabio Gurgel, spopola nella divisione femminile portandosi a casa da diversi anni a questa parte la maggior parte delle medaglie d'oro dei campionati più importanti. Su BJJHeroes si trova una descrizione completa della sua carriera e qualche suo incontro. Curioso invece il video dedicato alle sessioni di preparazione atletica. Di persona è mostruosamente spaventosa per essere una donna!! Posso assicurarlo..
Best Match: Roberto "Cyborg" Abreu vs Antonio Braga Neto
Non c'è nulla da dire se non stu-pen-do!! Il video dell'incontro è da vedere tutto..
Most Consistent Athlete: Michael Langhi
Uno dei miei lottatori preferiti. Una guardia aperta, con quella di Romulo Barral e Cobrinha, tra le più efficaci del circuito dei lottatori di jiu-jitsu di tutti i tempi. Qui un'intervista fatta alla vigilia del Mundial 2010 dove vinse l'oro su Celsinho Vinicius e qui, invece, il video della finale con Durinho dell'anno prima. Da tenere d'occhio anche il fratello, Michel..
Best Non-Black Belt Competitor: Marcus Buchecha
Giovanissimo talento della CheckMat. A soli ventun'anni ha già raccolto 4 medaglie d'oro al Mundial e altrettante al Mundial No Gi!! Ha un curriculum che farebbe impallidire chiunque. Alcuni lo indicano come il futuro Roger Gracie. Su BJJHeroes un po' della sua storia.

domenica 20 marzo 2011

Shopping urbano MILANIMAL.

Acquisti utili - in ordine sparso - per il lottatore urbano MILANIMAL e non:
  1. Uno zaino capiente e facile da maneggiare. Utile da portarsi appresso in città tanto quanto per viaggiare verso il campionato, ovunque si trovi. Capace di contenere tutto il necessario ma mai ingombrante. Tra i migliori sicuramente c'è l'Ivan Rolltop Pack di Chrome Bags. Completamente impermeabile. Spazio per un laptop fino a 17". Pieno di tasche esterne.
  2. Uno strumento per telefonare, ascoltare musica, giocare e connettersi ovunque. Forse l'Iphone si è accaparrato da tempo il monopolio mondiale. Non spendo altre parole se non di cercare qualche applicazione utile prima di mettersi in viaggio.
  3. Una buona macchina fotografica capace di immortalare il tour eterno del lottatore itinerante. Le mie preferite ora come ora sono Sigma DP2s e Nikon P7000. C'è da spendere qualcosina ma il risultato è garantito. Ottimi strumenti.
  4. Uno snack da tenere sempre con sè. Io personalmente adoro la frutta secca e ne tengo sempre con me. Il mango della Noberasco si trova in pratica dappertutto. Una buona mela. Odio le banane per i miei tour quotidiani. Si spappolano dentro lo zaino senza dare possibilità di scampo. Non amo molto barrette e affini. Da bere, su tutto, l'acqua. Sempre con me.
  5. Uno shampoo-disinfettante-sapone-detergente tutto in uno. Cross-Terrain All-In-One Refuelling Wash. Un prodotto unico con cui lavarsi tutto. Piedi, mani, capelli, faccia, etc etc.. Totalmente biodegradabile. Solo da Kiehl's.
  6. Un'asciugatrice moderna può far scordare di dover avere kimoni stesi per casa ad asciugare 12 mesi all'anno. Tra i modelli a espulsione e quelli a condensazione sicuramente i secondi sono i migliori. Prima di arrivare alla cassa leggete con attenzione l'etichetta energetica applicata sull'asciugatrice. Andate su MigliorScelta.it per avere comunque le idee più chiare.
  7. Istituto Brasile Italia. Dove trovare di tutto su cinema, musica e cultura brasiliana a Milano.
  8. Un buon libro. Ma per questo rimando ad uno dei prossimi articoli.
  9. Un outfit adeguato. Pronto a rispondere a tono alle bizze del clima. Sicuramente Patagonia, Rapha e Haglöfs le mie scelte.
  10. La bici pieghevole credo sia il mezzo più efficiente di trasporto urbano. Si porta dappertutto e si carica facilmente sui mezzi pubblici. Le mie preferenze cadono su tre modelli Dahon, azienda californiana specializzata nel settore delle biciclette facilmente trasportabili/occultabili: Mu Uno, Vector x27h e Smooth Hound.

domenica 6 marzo 2011

Lezioni: Privata vs Collettiva.

E' domenica mattina. Mi alzo e, dopo un paio di minuti che brancolo nel buio della stanza da letto, decido che il posto giusto per le mie prossime due ore sarà il divano in soggiorno. Faccio il punto della situazione e in un istante tutto quello che mi serve è a portata di mano. Tazza di caffè bollente, portatile e un paio di libri.
Inizio a spulciare pagine a caso - Corriere.it, ft.com, interieurs.fr, smashingmagazine.com - tra i "preferiti" e, senza sapere come, finisco su lloydirvin.com. Il sito è graficamente scarno e ridondante di informazioni ma un particolare cattura quasi istantaneamente la mia attenzione.
"1500$/hour"
Questo è il costo di una lezione privata con Mr Irvin in persona. Ovviamente da prenotare con almeno un mese d'anticipo. Bevo un altro sorso di caffè, metto a fuoco di nuovo la pagina e cerco di capirci qualcosa di più ma senza arrivare a capo di nulla. Mi accontento di ricordare un detto brasiliano che, più o meno, dice così: "Caro è per chi può, non per chi vuole."
Una pausa per fare il pieno di carboidrati e mi rimetto a scrivere. Questo è quello che è venuto fuori sui benefici delle lezioni collettive:
  • Le lezioni collettive costano molto meno rispetto alle lezioni private. La sede centrale di MILANIMAL conta in media tre ore di jiu-jitsu al giorno ad un costo accessibile a chiunque. Lezioni all'ora di pranzo e alla sera. Dal lunedì al sabato. Per tutti.
  • E' fondamentale, nella formazione di una "cintura bianca", che questi si abitui a lottare fin da subito con chiunque e in una classe collettiva è facile incontrare compagni d'allenamento di ogni genere. Più leggeri. Più pesanti. Esperti o meno.
  • Solo partecipando alle lezioni collettive con assiduità si entra a far parte di una squadra, una famiglia, un'accademia di jiu-jitsu.
E questo invece sui benefici delle lezioni private:
  • Un concentrato di tecnica su misura e una pianificazione lineare dell'apprendimento sono gli innegabili pregi di una buona lezione privata. 
  • Sicuramente per chi fa del jiu-jitsu una passione da coltivare nei ritagli di tempo di una vita frenetica, scegliere di allenarsi in orari meno convenzionali può essere una necessità più che una scelta. La lezione privata diventa quindi l'unica risposta possibile.

domenica 20 febbraio 2011

Pilsner a colazione.

Lascio Milano avvolta dal primo tepore primaverile e in poco più di un paio d'ore mi ritrovo al centro di una spedizione nell'Artico. Freddo pungente. La Polonia mi da il benvenuto con una sostanziosa bufera di neve. All'aeroporto mi accoglie la solita frotta di tassisti abusivi che mi offrono la certezza di un trasferimento sicuro in cambio di qualche złoty polacco in più. Non si sa come ma arrivo all'Ibis Centrum sano e salvo. Abbandonare l'impianto di riscaldamento del mini van è una tortura. Mi guardo intorno e vedo che la truppa risponde ai comandi. In pochi minuti siamo tutti operativi al banco della reception. Ci accoglie una sorta di Heidi - quella del romanzo di Johanna Spyri - bionda vestita da hostess. Al peso avrebbe fatto oscillare l'ago tra i settanta e i settantacinque chili. Patteggiare per una stanza con tre letti sembra un'impresa ma, alla fine di una trattativa durata mezz'ora, riesco a farmi dare una branda che avrebbe fatto schifo anche a un prigioniero di Guantánamo. La mia stanza in meno di due ore si trasforma nel suk di Marrakech. Da un lato la mia cuccia e dall'altro un letto matrimoniale. Ogni superficie piana è rivestita di mutande e calze usate, pc, telecomandi e caricatori vari, kimono, libri e qualche resto di cibo ancora commestibile.
Dopo un pisolino ristoratore di un paio d'ore mi ritrovo seduto al tavolo per cena in uno di quei locali tipicamente polacchi - lascio al lettore la libertà di interpretare quel "tipicamente polacchi" - con Davide, Nicola, Daniele e Luc. Würstel, crauti, stinco di maiale, patate, bietole e litri di birra sono tutto quello che ha da offrire la locanda.
Mi sveglio il sabato alle otto del mattino. Non mangio nulla perchè il mio stomaco sta ancora finendo di lavorare sulla cena della sera prima. Fuori sembra che faccia meno freddo del giorno prima. Un raggio di sole scalda la stanza invasa di fumi tossici dovuti alle esalazioni notturne. Aglio, cipolla, insaccati e birra non hanno risparmiato nessuno. Raccatto il mio kimono e mi metto in marcia.
Arrivo al palazzetto.
E' già tutto pronto e l'organizzazione sembra impeccabile. Quattro materassine. Area per il riscaldamento presa d'assalto. Fermento per le prime chiamate. Gli unici che sembrano turisti sono gli arbitri. Vestiti di nero come becchini e bianchi in volto come fantasmi, pascolano per le aree di gara senza una meta precisa come un gregge di pecore. Forse sono loro l'anello debole del campionato che per il resto sembra perfetto.
Dopo otto ore della stessa litania - tonfi, strilla e annunci al microfono - finalmente riprendo la via dell'Ibis Centrum con tutto il resto del contingente "milanimalesco" al seguito. Arrivato in camera mi butto sotto l'acqua calda della doccia e il bagno, nonostante assomigli al vano di comando dell'Apollo 13 - plastica e luci accese dappertutto - sembra il posto più bello e confortevole che abbia visto da quando sono atterrato.
Torno con gli altri nello stesso pub-bar-ristorante-locanda della sera prima. Mi scolo un litro di ottima birra chiara tutta d'un fiato e mi preparo a banchettare come un guerriero d'altri tempi.
Il sonno mi prende come un morbo appena mi sdraio nella cuccia due ore dopo. Mi sveglio la mattina della domenica a pezzi. Il corpo è immobile e la testa pulsa come una ferita infetta. Gli altri dormono tutti. Tra grugniti e imprecazioni di ogni genere, al buio, trovo il bagno. Mi guardo allo specchio e, nonostante la soddisfazione della medaglia al collo, mi chiedo: "Ma chi me l'ha fatto fare?!".

lunedì 14 febbraio 2011

Sandrino [SEMINARIO]

Pochi giorni al seminario di Sandrino presso la sede centrale di MILANIMAL. Sarà un'occasione unica per conoscere del jiu-jitsu in puro stile carioca. Due ore e mezza di tecnica e sparring dirette da Alessandro Tomei, cintura nera del pluricampione Ricardinho Vieira e atleta della Check Mat.
Venite numerosi!!

Dove: Via Mestre, 19/F (MM Udine) c/o THUNDER GYM
Quando: Sabato 19.2.2011 - dalle h. 13,00 alle h. 15,30
Quanto: 20 euro (Iscritti a MILANIMAL ASD) - 30 euro (Non iscritti a MILANIMAL ASD)