Di solito, l'ordine cronologico è questo: si fa il pieno alla macchina, si preparano i bagagli, si arriva a destinazione, si srotola il kimono, lo si veste, si spiega per una manciata di ore, si raccolgono armi e bagagli e si ritorna alla base. Digerito il traffico e passata la stanchezza, ci si siede con tutta calma davanti alla tastiera e si scrive il resoconto della giornata di lavoro. Poche battute. I soliti complimenti di rito a chi ha commissionato la trasferta. E qualche foto degli "avventori" massacrati dalla fatica.
Come al solito, parto dalla fine.
Almeno per una volta, niente foto di uomini in pigiama ridotti a uno straccio bagnato fradicio.
Sto per partire. Non vado lontano. Quattro, cinque ore di macchina e sabato sera sono a casa di Marco ad Ancona. Non ho ancora fatto i bagagli ma penso alla mia lezione e a chi verrà per sentirmi parlare, spiegare, insegnare. Non devo fare chissà cosa ma la responsabilità e la voglia di fare bene il mio lavoro mi fa stare sulle spine. Insegnare non è facile. Se non c'è sintonia, anzi meglio empatia tra chi parla e chi ascolta, le parole si riducono a un suono senza senso e i gesti a un ricordo sfocato. Quella è la cosa che mi preoccupa di più. Stabilire fin da subito un canale di comunicazione tra me e chi mi sta davanti. Ho conosciuto Marco e Francesco qualche tempo fa. A Milano. In palestra. Bravi ragazzi. Sguardo franco e curioso. Tanta voglia di fare. Caparbi come muli ed educati come pochi altri hanno saputo essere. Di poche parole. In un paese di cialtroni in cerca di giustificazioni scritte - diplomi, permessi, bolli e inutilità del genere - il loro lavoro mi sembra senza pari. Francesco da poco ma con risultati da primatista - così mi dice il mio allievo Davide Garavaglia, pioniere vero dell'allenamento funzionale in Italia - si è buttato a testa bassa sul CrossFit e la divulgazione di tutti i sistemi allenanti non convenzionali, mentre Marco si occupa del jiu-jitsu e della Fight Family, il loro gruppo di lottatori in erba. Non vedo l'ora di essere lì da loro. Sedermi in mezzo alla materassina e fare lezione.
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